lunedì 9 agosto 2010

Siamo una grande famiglia

Torna ad allenarsi al campo di Centi Colella la Rugby.
E' l'unico campo agibile della città, chi lo ha praticato sa che una schifezza, ma questo abbiamo e questo ci teniamo (speriamo solo per il momento).

Si deve fare qualcosa per la squadra, non possiamo permetterci di perdere un pezzo così importante della nostra identità.
Non voglio entrare nel merito delle problematiche legate alla società, ma una soluzione va trovata, non una "pezza" ma un sistema nuovo che non ci faccia perdere il treno del Rugby, uno (lo) sport che nei prossimi anni è destinato solo a crescere.
Sentite quello che dice Colella nel video e non vi mettete a piangere...

sabato 7 agosto 2010

Gli indifferenti

Caldo e pioggia, pioggia e caldo.
Ultimi impegni di lavoro e settimana prossima si parte per il mare.
Agosto è un mese troppo complicato in Italia per noi comuni mortali, meglio pensare agli ombrelloni ed alle granite.
Non pensiamo al parlamento, dove intanto si trama, si decide il nuovo conduttore dello show, si ricontano le ballerine mentre il nano sta in un angolo a guardare tutti in cagnesco, tenendo la frusta stretta tra i denti.
Non preoccupiamoci del fatto che nell'abruzzese contado saltano teste (vuote) in regione e si decide che le autonomie locali valgono solo per la Lega, non curiamoci del fatto che con un ministero per la deregulation (nome che solo un idiota poteva mettere ad un ministero) si rincara la dose di burocrazia con altri due (vice)commissari per la ricostruzione.
Ci ripensiamo a settembre. Un'altra estate di lavori in edilizia sarà finita, vedremo i primi effetti sull'economia delle tasse maggiorate, delle prime rate di mutuo sulle macerie di casa (anch'esse maggiorate) e vedremo come sarà essere terremotati con crisi economica e di governo tutt'assieme.
L'importante é non rompere le scatole, ritagliarsi una normalità nella follia, far finta che si possa andare avanti tranquillamente, scansare le situazioni brutte e far finta di nulla.
D'altronde, se non ti è capitato il problema dei soldi che ora impegni per pagare l'affitto della capanna dove eserciti la tua terremotata professione e che ora devi spendere per pagare il mutuo sulla tua bottega distrutta, perché te ne dovresti preoccupare? E poi in agosto?
L'altro giorni ho ascoltato due signore in un centro commerciale (@##!!): discutevano di un'altra signora che aveva rifiutato un affitto a Lucoli perché troppo lontana; le due erano concordi nel condannare la sconosciuta terremotata viziata.
Non si pensa alle persone, non ci si immedesima più, non si pensa che magari una ottantenne aquilana senza patente, a Lucoli, non saprebbe come fare, che una madre con un figlio portatore di handicap avrebbe enormi problemi, che una giovane donna con un lavoro precario dall'altra parte del comprensorio non spenderebbe lo stipendio in benzina e così via... non siamo nemmeno più comprensivi con i nostri concittadini.
Perdonate lo sfogo (lo so che ci sono pure tanti delinquenti a che prendono il C.a.s. e stanno a C.A.S.A., o peggio) ed accettare un consiglio sulla lettura da ombrellone: "gli indifferenti" di Moravia, vi basterà avere un pò di fantasia per fare i giusti paralleli con la situazione che viviamo.
Preparatevi tutti, fortunati e non, perché pioverà m**** e non basterà aprire l'ombrello.
Buone vacanze.




domenica 1 agosto 2010

Dallo Stabbio a Giotto

"I portici della Banca d'Italia
Notte del 31 luglio 2010, L'Aquila, sembrava la fiera del 5 gennaio, nella calca lungo il Corso istintivamente cerco di svicolare, svolto a destra ed invece mi ritrovo in faccia una transenna, forza dell'abitudine dura a morire e cellule celebrali che sono un bel ricordo...
Finalmente riesco a sedermi per vedere due documentari sotto i portici della Banca d'Italia che ancora mi mancavano, vedo la mia faccia spuntare in diverse scene e mi prende la nostalgia di quei momenti, le infinite riunioni del Collettivo 99, le giornate di assemblea a Via Strinella, le manifestazioni etc... momenti di storia cittadina.
Il Tango al Bar Nurzia
Non voglio però fare una carrellata immagini nostalgiche, che pure sono venute fuori, voglio parlare di due persone, due cari amici che conosco da tanti anni e che fanno parte di quella schiera di giovani concittadini che sono un vanto ed una speranza per questa città
Non ne parlo per piaggeria ma perché ieri, finalmente, li ho visti avere uno spazio a L'Aquila che non hanno mai avuto e questo mi fa sperare per il futuro.
Ai quatro cantoni vedo un capannello di gente, passa un signore con il cellulare in mano che dice: "sto qui vicino a quel ragazzo che stà a pittà 'nnanzi la vetrina di Grimaldi"
Il ragazzo che "pitta" è  Daniele Giuliani, aquilano doc, apprezzato artista e amico di lunga data.
Daniele è uno che non si è mai arreso, uno di quelli che ha incassato, che si è impegnato ed ora è un professionista di tutto rispetto che ha esposto le sue opere in tutta Italia; a mio avviso, un vanto della città, un capitale umano che deve essere valorizzato nella ricostruzione.
L'opera di Giotto ai quattro cantoni
Sono contento per lui che, primo writer nella storia cittadina, realizza un'opera in pienissimo centro e, come è sempre stato nel suo stile, nel rispetto dell'arte che già esiste.
Altra piazza, altro tuffo nel passato: San Bernardino. Li rincontro tanti amici di infanzia, Marco, Alessandro, Paolo, Federico, Giuseppe etc... sono venuto però perché voglio finalmente sentire  Stabbyoboy.
Non ha mai suonato qui, ha girato tutto il paese e collabora con artisti di fama mondiale e qui mai sentito.
Siamo cresciuti praticamente assieme, anche lui è una "capa tosta", un bulldozer che quando si mette in testa qualcosa si arma di quella caparbietà che, unita al saper fare, lo tiene sveglio giorni per raggiungere gli obiettivi che si prefigge.
Stabbyoboy in Piazza San Bernardino
Fa musica elettronica ed è un piccolo genio della fisica teorica; anche attraverso gente come lui, ritengo, passa la ricostruzione della città.
Il nostro capitale umano è anche questo, è anche la musica e l'arte dei nostri giovani artisti, è la caparbietà dei nostri campioni di snowboard, dei ragazzi che fanno skate, di tutto quel mondo che "convenzionale" non è perché è più vicino all'Europa che alla provincia italiana.
L'Aquila era anche questo, ragazzi che guardano oltre la provincia in quello che fanno e che riescono anche grazie a quella sana caparbietà che ci scorre nelle vene di montanari. Spero che adesso abbiano più spazio, perché se è vero che c'è un prima ed un dopo il terremoto, questa è una delle cose che preferisco del dopo.