domenica 1 agosto 2010

Dallo Stabbio a Giotto

"I portici della Banca d'Italia
Notte del 31 luglio 2010, L'Aquila, sembrava la fiera del 5 gennaio, nella calca lungo il Corso istintivamente cerco di svicolare, svolto a destra ed invece mi ritrovo in faccia una transenna, forza dell'abitudine dura a morire e cellule celebrali che sono un bel ricordo...
Finalmente riesco a sedermi per vedere due documentari sotto i portici della Banca d'Italia che ancora mi mancavano, vedo la mia faccia spuntare in diverse scene e mi prende la nostalgia di quei momenti, le infinite riunioni del Collettivo 99, le giornate di assemblea a Via Strinella, le manifestazioni etc... momenti di storia cittadina.
Il Tango al Bar Nurzia
Non voglio però fare una carrellata immagini nostalgiche, che pure sono venute fuori, voglio parlare di due persone, due cari amici che conosco da tanti anni e che fanno parte di quella schiera di giovani concittadini che sono un vanto ed una speranza per questa città
Non ne parlo per piaggeria ma perché ieri, finalmente, li ho visti avere uno spazio a L'Aquila che non hanno mai avuto e questo mi fa sperare per il futuro.
Ai quatro cantoni vedo un capannello di gente, passa un signore con il cellulare in mano che dice: "sto qui vicino a quel ragazzo che stà a pittà 'nnanzi la vetrina di Grimaldi"
Il ragazzo che "pitta" è  Daniele Giuliani, aquilano doc, apprezzato artista e amico di lunga data.
Daniele è uno che non si è mai arreso, uno di quelli che ha incassato, che si è impegnato ed ora è un professionista di tutto rispetto che ha esposto le sue opere in tutta Italia; a mio avviso, un vanto della città, un capitale umano che deve essere valorizzato nella ricostruzione.
L'opera di Giotto ai quattro cantoni
Sono contento per lui che, primo writer nella storia cittadina, realizza un'opera in pienissimo centro e, come è sempre stato nel suo stile, nel rispetto dell'arte che già esiste.
Altra piazza, altro tuffo nel passato: San Bernardino. Li rincontro tanti amici di infanzia, Marco, Alessandro, Paolo, Federico, Giuseppe etc... sono venuto però perché voglio finalmente sentire  Stabbyoboy.
Non ha mai suonato qui, ha girato tutto il paese e collabora con artisti di fama mondiale e qui mai sentito.
Siamo cresciuti praticamente assieme, anche lui è una "capa tosta", un bulldozer che quando si mette in testa qualcosa si arma di quella caparbietà che, unita al saper fare, lo tiene sveglio giorni per raggiungere gli obiettivi che si prefigge.
Stabbyoboy in Piazza San Bernardino
Fa musica elettronica ed è un piccolo genio della fisica teorica; anche attraverso gente come lui, ritengo, passa la ricostruzione della città.
Il nostro capitale umano è anche questo, è anche la musica e l'arte dei nostri giovani artisti, è la caparbietà dei nostri campioni di snowboard, dei ragazzi che fanno skate, di tutto quel mondo che "convenzionale" non è perché è più vicino all'Europa che alla provincia italiana.
L'Aquila era anche questo, ragazzi che guardano oltre la provincia in quello che fanno e che riescono anche grazie a quella sana caparbietà che ci scorre nelle vene di montanari. Spero che adesso abbiano più spazio, perché se è vero che c'è un prima ed un dopo il terremoto, questa è una delle cose che preferisco del dopo.

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