domenica 11 luglio 2010

East side - West side

L'Aquila vista dall'alto è una specie di frittata ad occhio di bue, allungata e senza il tuorlo nel mezzo.
In questa lunghezza ellittica ci aggiriamo tutti i giorni, vagando da una parte all'altra. Personalmente, sfollato come sono fuori regione, e dovendo venire tutti i giorni (o quasi) a L'Aquila, è mia preoccupazione programmare l'agenda degli appuntamenti raggruppandoli prima ad ovest e poi ad est, e poi di ritorno, scadenzando le mie giornate come un pendolo.
Cosa più drammatica è programmare una serata, decidere magari un aperitivo seguito da una cena ed un dopo cena con l'incubo dei punti della patente, essenziali ora più che mai.

(il tuorlo, il centro, è effettivamente rosso)
La nuova città, ridisegnata dalle 19 mini new town è ulteriormente ritratteggiata dal mercato, dagli insediamenti economici che si stabiliscono lungo le direttrici di spostamento ma che determinano a loro volta i flussi di questo.
La localizzazione, si sa, è priva di una logica, di una programmazione, di un disegno, è frutto dell'emergenza, del caso dei progetti faraonici fatti in 48 ore e della opportunità di alcuni.
Gli insediamanti C.A.S.E. ci hanno reso urbanisticamente una città slegata, con tutto quello che socialmente comporta; qualcuno lo aveva capito già ad aprile 2009, altri no.
Per inciso, una mega new town ci avrebbe portato invece, a mio personale parere, alla follia collettiva, altro che menti labili; una delle più belle città storiche d'Italia in cantina per costruire case popolari, immaginate voi...
Tesi ribadita, però, dall' On. Straquatanio che dall'alto del suo diplomino di liceo classico si atteggia a consumato architetto urbanista... (e c'era chi diceva che con il classico non si va da nessuna parte!)
Non contiamo poi che dove questa soluzione è stata adottata, anche in più piccoli contesti (nel Belice ad esempio), le conseguenze sono state disastrose.
Non mi addentro ora nel merito di una discussione sulle altre ipotesi di ricostruzione, sarebbe lunga, ed oramai inutile.
Dopo più di un anno comunque, noi e solo noi, possiamo dire come funzione una città come la nostra, in continua mutazione su direttrici lunghe, spontanee e contorte (vedi l'insediamento di Roio, dietro la montagna).
Sarei curioso di sapere come vive L'Aquila un quattordicenne di oggi con il suo motorino, come  la vivrà chi oggi è appena nato tra 15 anni e come la vive una signora di ottanta anni che dal centro adesso sta a Camarda; io so solo che sono molto più stressato, che ho fatto qualche decina di migliaglia di chilometri in macchina in pochi mesi e che la sera, almeno fino adesso,  mi sento molto più a mio agio a sorseggiare un montepulciano in piazzeta, davanti la solita cantina...


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