lunedì 19 luglio 2010

Statue di gesso

Quella sera ero tornato a casa a L'Aquila dopo aver passato la domenica nel paesino dove vivo adesso da sfollato e ricordo che le immagini in tv mi contosero lo stomaco, mi fecero una paura che ancora ho perfettamente presente, a soli due mesi dalla morte di Falcone era accaduto di nuovo.
Avevo finito di leggere proprio in quel periodo un libro, non ricordo il titolo, era la storia delle Brigate Rosse scritta Curcio e mi rimbombava in testa una frase che ancora adesso mi risuona quando ripenso a quei due attentati : "la volontà di pochi sul destino di molti".
Le sentenze, a distanza di anni, hanno dato parziale e fallace lettura di quello che successe, lasciando in tutti noi la sensazione che la politica, anche quella di oggi, sia coinvolta.
Nel nostro paese il sospetto è la regola, lo è perché la trasparenza e l'onestà sono valori che la nostra classe politica si guarda bene dal seguire. Nessuno è colpevole fino a che una sentenza definitiva non lo statuisca, è vero, ma chi è in politica, secondo me, è colpevole al di la delle responsabilità penali per i comportamenti, anche solo non chiari, che ha.
In questi anni si inizia a rianalizzare quel periodo, vengono fuori fatti nuovi e salgono gli orridi odori del liquame di strani contatti, di strani giri di soldi tra Palermo e Milano, ma nessuno si indigna; come siamo arrivati a questo?
Vi ricordate le monetine lanciate a Craxi, i cortei contro la mafia dei primi anni novanta? E adesso?
Adesso ceniamo guardando i "tg" con il replicante di turno che sostiene che una condanna per concorso esterno in mafia non vuol dire essere condannati per mafia, che Mangano è un' eroe, che le prescrizioni di Andreotti sono un'assoluzione, che la mafia non esiste  e continuiamo a pasteggiare senza saltare sulla sedia.
Molto è cambiato in questi anni nella percezione della realtà che abbiamo, anzi, nel paese dell'ottimismo il percepito è diventato la realtà.
Negli stessi anni nei quali i "tg" si riempivano di rubriche di cucina, di moda, di spettacolo, di notizie di cronaca nera, di cuccioli smarriti, di allarmi afa estiva, l'Italia si trasformava senza accorgersene.
In questi anni si è fatto moltissimo per la malavita, sono stati bloccati i necessari concorsi (dal 2003) per rimpinguare le file di Polizia, Carabinieri, Giudici, Cancellieri e Ufficiali Giudiziari, sono stati accorciati i tempi di prescrizione, si sono fatte riforme parziali del rito civile e penale che allungano i tempi e complicano le cose, sono stati depenalizzati quasi tutti i reati finanziari, è stata fatta una riforma elettorale per candidare prescritti, indagati e collusi senza che l'elettore lo possa sapere, è stato fatto lo scudo fiscale e adesso si toglie l'essenziale strumento delle intercettazioni e si vieta a gli italiani di sapere cosa succede nel loro paese.
Come si può tollerare il solo sospetto di contatti tra mafia e politica in uno Stato come il nostro?
Come si può sentire degli arresti annunciati da Maroni e contemporaneamente sapere che le mafie sono diventate anche quelle che stanno in mezzo agli appalti, alla politica, alla finanza e che si fa di tutto per tutelarle?
Poi l'atto vandalico ai danni delle statue di Falcone e Borsellino a Palermo, mi sono indignato ed ho provato pena ma poi ho riflettuto... statue di gesso?!
Voglio dire, milioni per l'orribile bicchierone a Pescara, e le statue di Falcone e Borsellino a Palermo sono di gesso dipinto!? Anche questo è un segno.
Statue di gesso siamo diventati tutti noi, inespressive e indifferenti, inermi ed esposte alle violenza di pochi.


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