
Avevo finito di leggere proprio in quel periodo un libro, non ricordo il titolo, era la storia delle Brigate Rosse scritta Curcio e mi rimbombava in testa una frase che ancora adesso mi risuona quando ripenso a quei due attentati : "la volontà di pochi sul destino di molti".
Le sentenze, a distanza di anni, hanno dato parziale e fallace lettura di quello che successe, lasciando in tutti noi la sensazione che la politica, anche quella di oggi, sia coinvolta.
Nel nostro paese il sospetto è la regola, lo è perché la trasparenza e l'onestà sono valori che la nostra classe politica si guarda bene dal seguire. Nessuno è colpevole fino a che una sentenza definitiva non lo statuisca, è vero, ma chi è in politica, secondo me, è colpevole al di la delle responsabilità penali per i comportamenti, anche solo non chiari, che ha.
In questi anni si inizia a rianalizzare quel periodo, vengono fuori fatti nuovi e salgono gli orridi odori del liquame di strani contatti, di strani giri di soldi tra Palermo e Milano, ma nessuno si indigna; come siamo arrivati a questo?
Vi ricordate le monetine lanciate a Craxi, i cortei contro la mafia dei primi anni novanta? E adesso?
Adesso ceniamo guardando i "tg" con il replicante di turno che sostiene che una condanna per concorso esterno in mafia non vuol dire essere condannati per mafia, che Mangano è un' eroe, che le prescrizioni di Andreotti sono un'assoluzione, che la mafia non esiste e continuiamo a pasteggiare senza saltare sulla sedia.
Molto è cambiato in questi anni nella percezione della realtà che abbiamo, anzi, nel paese dell'ottimismo il percepito è diventato la realtà.
Negli stessi anni nei quali i "tg" si riempivano di rubriche di cucina, di moda, di spettacolo, di notizie di cronaca nera, di cuccioli smarriti, di allarmi afa estiva, l'Italia si trasformava senza accorgersene.
In questi anni si è fatto moltissimo per la malavita, sono stati bloccati i necessari concorsi (dal 2003) per rimpinguare le file di Polizia, Carabinieri, Giudici, Cancellieri e Ufficiali Giudiziari, sono stati accorciati i tempi di prescrizione, si sono fatte riforme parziali del rito civile e penale che allungano i tempi e complicano le cose, sono stati depenalizzati quasi tutti i reati finanziari, è stata fatta una riforma elettorale per candidare prescritti, indagati e collusi senza che l'elettore lo possa sapere, è stato fatto lo scudo fiscale e adesso si toglie l'essenziale strumento delle intercettazioni e si vieta a gli italiani di sapere cosa succede nel loro paese.
Come si può tollerare il solo sospetto di contatti tra mafia e politica in uno Stato come il nostro?
Come si può sentire degli arresti annunciati da Maroni e contemporaneamente sapere che le mafie sono diventate anche quelle che stanno in mezzo agli appalti, alla politica, alla finanza e che si fa di tutto per tutelarle?
Poi l'atto vandalico ai danni delle statue di Falcone e Borsellino a Palermo, mi sono indignato ed ho provato pena ma poi ho riflettuto... statue di gesso?!
Voglio dire, milioni per l'orribile bicchierone a Pescara, e le statue di Falcone e Borsellino a Palermo sono di gesso dipinto!? Anche questo è un segno.
Statue di gesso siamo diventati tutti noi, inespressive e indifferenti, inermi ed esposte alle violenza di pochi.
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